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al testo di Maria Teresa Schiavino
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La nostalgia di te non cade con il cadere del vento -il maestrale tende le vele e increspa la superficie liscia del Tirreno, fa cadere gli aghi dai pini, ma solo fino a una cert'ora, poi si perde lungo le strade del mare. Tu sei così lontano. Potrei, nell'attesa, dimenticarmi del mondo, potrei, per esempio, contare uno per uno gli aghi di questa pineta, e dirti, al tuo ritorno, che ho calcolato novecentomilanovecentonovantanove piccole pigne, sette milioni quattrocentomiladuecentottantasette aghi perduti nella sabbia, fermandomi ogni tanto a riposare sotto il nostro pino baobab, alla cui ombra affido le ottocentoventicinquemila ore e 54 minuti della nostra lontananza, e forse ventisettemilaseicentododici gusci vuoti di cicale, e tercentomilacentoventicinque rondini marine. Non mi avventuro a contare i granelli di sabbia. ma avrei ancora forse tempo per capire il tempo infinitesimo che il germoglio ha impiegato a diventare lo scrigno ligneo di saporosi semi - anche le pigne devono avere un numero perfetto, e questo sarà oggetto di altri calcoli, molto scrupolosi, tanto da riempire l'attesa, nel tempo così lento a passare nell'assenza della tua voce che chiama per trascinarmi al mare.... Calcoli fantasiosi, come quando abbiamo scoperto insieme l'algebrica perfezione della tabellina del nove. Agosto 2006
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